FOMO e JOMO: la paura di perdersi qualcosa (e la gioia di restare fuori)
Psicologia degli Schermi28 Dicembre 20246 min di lettura

FOMO e JOMO: la paura di perdersi qualcosa (e la gioia di restare fuori)

FOMO (Fear Of Missing Out) è l'ansia di essere esclusi da esperienze che altri stanno vivendo. I social media amplificano questa paura mostrandoci costantemente cosa ci stiamo "perdendo". Ma sta emergendo anche il JOMO (Joy Of Missing Out): la gioia di disconnettersi. Come passare dalla paura alla serenità?

Scorri Instagram. Tutti sembrano essere a una festa fantastica, in vacanza in posti meravigliosi, vivendo vite eccitanti. Tu sei sul divano in pigiama. Ti senti escluso, inadeguato, come se ti stessi perdendo qualcosa di importante. Benvenuto nel mondo del FOMO.

Cos'è il FOMO?

FOMO (Fear Of Missing Out) è l'ansia pervasiva che altri stiano vivendo esperienze gratificanti dalle quali siamo esclusi. Non è semplicemente invidia: è la sensazione costante di essere tagliati fuori, di non essere abbastanza.

Questa paura non è nuova. Gli esseri umani sono animali sociali, e l'esclusione dal gruppo è sempre stata una minaccia evolutiva. Ma i social media hanno trasformato il FOMO da esperienza occasionale a condizione cronica.

Prima dei social, non sapevi cosa facevano i tuoi amici ogni singolo momento. Ora lo sai. Vedi le foto della festa a cui non sei stato invitato, il viaggio che non puoi permetterti, la relazione perfetta che non hai. E tutto questo, 24 ore su 24.

Come i social media amplificano il FOMO

I social media sono macchine per generare FOMO. Ci mostrano una versione curata e filtrata della vita degli altri: i momenti migliori, le esperienze più eccitanti, le relazioni più felici. Nessuno posta la foto del sabato sera passato a pulire casa o a guardare Netflix.

Questo crea un bias di confronto: confrontiamo la nostra vita quotidiana (che conosciamo in tutti i suoi dettagli noiosi) con gli highlight reel degli altri. È come confrontare il backstage con la performance finale.

Gli algoritmi peggiorano le cose: ci mostrano contenuti che generano engagement emotivo, e il FOMO genera moltissimo engagement. Più ti senti escluso, più scrolli per vedere cosa ti stai perdendo, più l'algoritmo ti mostra contenuti che ti fanno sentire escluso.

C'è anche un elemento di FOMO ricorsivo: la paura di perdersi cosa succede sui social stessi. "Se non controllo Instagram, mi perderò qualcosa di importante." Ma cosa, esattamente? Spesso, nulla.

Gli effetti psicologici del FOMO

Il FOMO cronico ha conseguenze concrete sul benessere mentale: ansia generalizzata, insoddisfazione per la propria vita, difficoltà a godersi il momento presente (perché si pensa sempre a cosa si sta perdendo altrove), comportamenti compulsivi di controllo dei social media, disturbi del sonno.

Il FOMO è anche legato a una minore soddisfazione dei bisogni psicologici fondamentali: autonomia (senti che le tue scelze sono dettate dalla paura di essere escluso), competenza (ti senti inadeguato rispetto agli altri), e relazione (paradossalmente, più tempo passi sui social per paura di essere escluso, meno tempo dedichi a relazioni reali).

Nei giovani, il FOMO può portare a sovraccarico sociale: accettare ogni invito, partecipare a ogni evento, non per desiderio genuino ma per paura di essere tagliati fuori. Il risultato è esaurimento e una vita sociale che non è veramente scelta.

JOMO: la gioia di perdersi qualcosa

JOMO (Joy Of Missing Out) è l'antidoto al FOMO: la capacità di trovare gioia e serenità nel non partecipare, nel disconnettersi, nel scegliere consapevolmente di "perdersi" qualcosa per guadagnare qualcos'altro.

Non è isolamento sociale o evitamento. È la consapevolezza che non puoi (e non devi) essere ovunque, fare tutto, vedere tutto. È la libertà di dire "no" senza sensi di colpa.

Il JOMO è strettamente legato al concetto di mindfulness: essere pienamente presenti dove sei, invece di pensare costantemente a dove potresti essere. È apprezzare il momento presente invece di inseguire un'esperienza migliore altrove.

Coltivare il JOMO significa anche riconoscere che la tua vita ha valore anche quando non è documentata online, anche quando non è "eccitante", anche quando è semplicemente... normale.

Dal FOMO al JOMO: strategie pratiche

Limita l'esposizione ai social: meno vedi gli highlight reel degli altri, meno ti sentirai escluso. Considera di disattivare le storie o di seguire meno persone.

Pratica la gratitudine: invece di concentrarti su cosa ti stai perdendo, rifletti su cosa hai. Tenere un diario della gratitudine può aiutare a spostare il focus.

Scegli consapevolmente: quando decidi di non partecipare a qualcosa, fallo attivamente. Invece di pensare "mi sto perdendo quella festa", pensa "sto scegliendo di passare la serata leggendo/riposando/con la mia famiglia".

Disconnettiti regolarmente: crea momenti o giorni senza social media. All'inizio potresti sentirti ansioso, ma col tempo scoprirai la libertà del non sapere cosa stanno facendo tutti.

Ricorda: i social mostrano performance, non realtà. Quella festa che sembra incredibile su Instagram? Probabilmente metà delle persone erano al telefono, annoiate, o si sono sentite escluse da qualche conversazione.

Coltiva esperienze offline significative: il miglior antidoto al FOMO è avere una vita che ti soddisfa, anche quando nessuno la sta guardando.

In controluce...

Il passaggio dal FOMO al JOMO non è immediato, ma è possibile. Richiede consapevolezza, pratica, e la volontà di ridefinire cosa significa vivere una "buona vita". Spoiler: non significa essere ovunque, fare tutto, e documentare ogni momento. Significa essere dove scegli di essere, pienamente presente, e in pace con le tue scelte.

Nota: Questo articolo ha finalità esclusivamente informative ed educative. Non sostituisce il parere di un professionista della salute mentale.