Doomscrolling: perché continuiamo a scorrere notizie negative
Scorrere compulsivamente notizie negative, soprattutto prima di dormire, è un comportamento sempre più diffuso. Si chiama doomscrolling. Perché il nostro cervello è attratto dalle cattive notizie? Quali meccanismi psicologici ci tengono incollati allo schermo anche quando sappiamo che ci fa stare male? E come possiamo interrompere questo ciclo?
Sono le 23:30. Domani devi svegliarti presto, ma continui a scorrere il feed. Notizie di crisi, disastri, conflitti. Ogni swipe ti fa sentire peggio, eppure non riesci a smettere. Benvenuto nel mondo del doomscrolling.
Cos'è il Doomscrolling?
Il termine "doomscrolling" (o "doomsurfing") descrive l'atto di scorrere compulsivamente contenuti negativi online, in particolare notizie catastrofiche, nonostante l'impatto negativo sul proprio stato emotivo.
Questo comportamento è esploso durante la pandemia COVID-19, quando milioni di persone si sono trovate a controllare ossessivamente gli aggiornamenti sui contagi, ma il fenomeno esisteva già prima ed è destinato a rimanere.
Il doomscrolling non è semplicemente "leggere notizie". È un comportamento compulsivo, ripetitivo, che continua anche quando la persona è consapevole che le sta facendo male. È il non riuscire a staccarsi, il "solo un altro scroll", che si ripete per ore.
Perché il cervello è attratto dalle cattive notizie?
La risposta sta nel nostro sistema evolutivo di rilevamento delle minacce. Per i nostri antenati, prestare attenzione ai pericoli era una questione di sopravvivenza. Il cervello ha sviluppato un "negativity bias": siamo programmati per notare, ricordare e dare più peso alle informazioni negative rispetto a quelle positive.
Quando vediamo una notizia allarmante, il nostro sistema limbico si attiva. L'amigdala, la struttura cerebrale coinvolta nella risposta alla paura, ci mette in stato di allerta. Questo crea un senso di urgenza: "Devo sapere di più, devo capire il pericolo, devo essere preparato."
Gli algoritmi dei social media sfruttano questo meccanismo. Hanno imparato che i contenuti che generano emozioni forti (paura, rabbia, indignazione) ottengono più engagement. Quindi ci mostrano sempre più contenuti di quel tipo, creando un circolo vizioso.
Inoltre, c'è un elemento di illusione di controllo: continuare a informarsi ci dà la sensazione di avere il controllo sulla situazione, anche quando in realtà non possiamo fare nulla per cambiarla.
Gli effetti psicologici del Doomscrolling
Il doomscrolling ha conseguenze concrete sulla salute mentale. L'esposizione prolungata a contenuti negativi aumenta i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, mantenendo il corpo in uno stato di attivazione cronica.
Questo può portare a: ansia generalizzata, disturbi del sonno (soprattutto quando fatto prima di dormire), senso di impotenza e disperazione, difficoltà di concentrazione, irritabilità, e in alcuni casi sintomi depressivi.
Il doomscrolling notturno è particolarmente dannoso: la luce blu degli schermi inibisce la produzione di melatonina, e l'attivazione emotiva causata dalle notizie negative rende difficile addormentarsi. Il risultato è un sonno di scarsa qualità, che a sua volta peggiora la regolazione emotiva il giorno successivo.
C'è anche un effetto di distorsione della realtà: l'esposizione costante a notizie negative ci fa percepire il mondo come più pericoloso e ostile di quanto realmente sia, fenomeno noto come "mean world syndrome".
Come riconoscere il Doomscrolling
Alcuni segnali che stai cadendo nel doomscrolling: continui a scorrere anche quando ti senti ansioso o triste; perdi la cognizione del tempo mentre scorri; controlli le notizie compulsivamente, anche quando non c'è nulla di nuovo; ti senti peggio dopo aver scrollato, ma continui comunque; sacrifichi il sonno o altre attività per continuare a leggere notizie.
È importante distinguere tra informarsi in modo sano e doomscrolling. Informarsi significa cercare attivamente informazioni utili, da fonti affidabili, per un tempo limitato. Il doomscrolling è passivo, compulsivo, e non ha un obiettivo chiaro se non placare temporaneamente l'ansia.
Strategie per interrompere il ciclo
Consapevolezza: il primo passo è riconoscere il comportamento. Quando ti accorgi che stai scrollando compulsivamente, fermati e chiediti: "Cosa sto cercando? Questa informazione mi è utile? Come mi sento?"
Limiti temporali: stabilisci orari specifici per informarti (es. 15 minuti al mattino e 15 minuti nel pomeriggio) e rispettali. Usa timer se necessario.
Disattiva le notifiche: le breaking news creano un senso di urgenza artificiale. Disattiva le notifiche delle app di notizie e decidi tu quando informarti.
Crea una routine serale senza schermi: almeno un'ora prima di dormire, sostituisci lo scrolling con attività rilassanti (lettura, meditazione, stretching).
Bilancia l'informazione: per ogni notizia negativa che leggi, cerca attivamente anche una notizia positiva o neutra. Questo aiuta a controbilanciare il negativity bias.
Scegli fonti di qualità: invece di scorrere feed infiniti, scegli 2-3 fonti affidabili e leggi solo quelle. La qualità dell'informazione è più importante della quantità.
In controluce...
Il doomscrolling non è un segno di debolezza, ma una risposta naturale a un ambiente digitale progettato per catturare la nostra attenzione sfruttando i nostri meccanismi evolutivi. Comprendere questi meccanismi è il primo passo per riprendere il controllo del nostro consumo di informazioni e proteggere il nostro benessere mentale.
Nota: Questo articolo ha finalità esclusivamente informative ed educative. Non sostituisce il parere di un professionista della salute mentale.